Ritratto di Napoleone Bonaparte
Epidemiologia
La calvizie o alopecia androgenetica è la più comune malattia dei capelli che colpisce circa l’80% dei maschi ed il 50% delle femmine nel corso della vita. La frequenza della calvizie aumenta con l’età: a 30 anni interessa il 30% dei maschi, a 50 anni il il 50%, a 70 anni l’80%. Anche nella donna la malattia è più frequente dopo la menopausa , negli ultimi 10 anni però sono aumentati i casi di calvizie anche fra le donne giovani. La calvizie grave esordisce intorno ai 18 anni di età nel maschio e intorno ai 14-15 anni di età nelle donne e provoca un notevole diradamento dei capelli prima dei 25 anni. La calvizie è spesso causa di problemi psicologici soprattutto nei ragazzi giovani
Cause della calvizie
La calvizie è anche detta “alopecia androgenetica” perché per la sua comparsa sono necessarie 2 cause concomitanti:
- “andro”: ormoni androgeni (ormoni maschili)
- “genetica”: predisposizione genetica (cioè ereditaria)
Gli ormoni androgeni sono la causa principale della calvizie che infatti non compare mai prima della pubertà. Nell’uomo la calvizie non dipende da un eccesso di ormoni androgeni ma da una maggiore sensibilità del capello a questi ormoni. Gli uomini affetti da calvizie quindi non hanno livelli di androgeni nel sangue più alti dei loro coetanei con i capelli ma semplicemente sono più sensibili agli effetti di questi ormoni. E’ inutile effettuare gli esami ormonali nella calvizie maschile. Anche la donna produce ormoni androgeni anche se in concentrazioni inferiori al maschio. Nella donna la calvizie può essere conseguenza di un eccesso di ormoni maschili o essere conseguenza di una eccessiva sensibilità del capello a livelli di androgeni assolutamente normali.
La normalità degli esami ormonali non esclude la diagnosi di alopecia androgenetica; il 50% delle donne affette da calvizie hanno esami ormonali assolutamente normali.
La sensibilità dei capelli agli ormoni androgeni dipende soprattutto da un enzima, la 5 alfa reduttasi, che trasforma il testosterone, l’androgeno maschile principale, nel suo derivato più potente il diidrotestosterone o DHT. I follicoli delle aree del cuoio capelluto che sviluppano la calvizie producono una maggiore quantità di enzima 5 alfa reduttasi e quindi producono più DHT rispetto ai follicoli delle aree del cuoio capelluto che non sono colpite dalla malattia.
Predisposizione genetica: determina la sensibilità del follicolo agli ormoni maschili e quindi influenza l’età di comparsa e la gravità della calvizie. Una forte predisposizione ereditaria determina una calvizie grave già in età giovanile. I geni che predispongono alla calvizie sono ancora sconosciuti, comunque si tratta di una malattia poligenica, cioé causata da molto geni diversi. Quanti più geni predisponenti sono presenti, tanto maggiore è la probabilità di sviluppare una calvizie grave in età giovanile. I “geni della calvizie” si ereditano da entrambi i genitori e quindi la malattia è più grave se sia il padre che la madre sono affetti da calvizie. Dati recenti indicano che una ereditarietà da parte materna è più “dannosa” che non da parte paterna. Nella donna, che fisiologicamente ha livelli di ormoni maschili più bassi dell’uomo, sono infatti necessari, perché la malattia si manifesti, più geni predisponenti che non nel maschio.
Manifestazioni cliniche della calvizie
La calvizie colpisce solo i follicoli piliferi di alcune aree del cuoio capelluto che prendono il nome di aree “androgeno-dipendenti”. In pratica l’attaccatura dei capelli sulla fronte e la porzione superiore della testa. Alcune zone del cuoio capelluto sono assolutamente resistenti alla malattia e mantengono i capelli anche nei soggetti affetti da calvizie grave. E’ proprio da queste zone che i chirurghi prelevano i follicoli quando effettuano il trapianto dei capelli. La ragione di questa localizzazione selettiva della calvizie alle regioni fronto-temporali e del vertice dipende dal fatto che i follicoli di queste aree del cuoio capelluto producono elevati livelli di DHT.
Nel maschio i primi segni della calvizie sono una recessione dell’attaccatura dei capelli alle tempie, la “stempiatura”, e un diradamento a livello del vertice, la “chierica”.
Nella donna la calvizie si manifesta con un progressivo diradamento dei capelli nella regione centrale della testa. Il primo segno della calvizie femminile è un diradamento centrale per cui la paziente lamenta che quando si fa la riga in mezzo, i capelli sono radi e non coprono più il cuoio capelluto. Un segno iniziale della malattia nella donna è il cosidetto “segno dell’albero di natale” ; effettuando la discriminatura centrale si osserva un’area di diradamento a base anteriore che ha appunto la forma di un albero di natale
Nelle zone affette da calvizie i capelli ci sono ma non si vedono in quanto sono diventati una peluria sottile, corta e chiara. La calvizie produce un progressivo assottigliamento dei capelli che si trasformano in peluzzi via via più piccoli e chiari e quindi praticamente invisibili. Questo assottigliamento inizialmente non interessa però in modo identico tutti i capelli .Per questo, nelle forme lievi di calvizie, il cuoio capelluto non appare completamente calvo ma presenta solo un diradamento dovuto al fatto che alcuni capelli si sono assottigliati e accorciati mentre altri sono rimasti di spessore e lunghezza normale. Man mano che la calvizie progredisce l’assottigliamento interessa via via tutti i capelli e il cuoio capelluto colpito apparirà completamente glabro, in quanto rivestito da una peluria ormai invisibile. Nella donna non si osserva mai una calvizie completa ma solo un grave diradamento
Progressione della calvizie
La progressione della calvizie è in genere un processo lento e graduale ma la malattia può talvolta andare incontro ad aggravamenti improvvisi scatenati da malattie generali, interventi chirurgici, periodi di forte stress, rapide perdite di peso.
La dermatoscopia mostra l’iniziale assottigliamento del 20% del capelli
E’ possibile predire quanto sarà rapida l’evoluzione della calvizie?
La storia familiare è importante in quanto se molti membri della famiglia sono affetti da calvizie la malattia ha generalmente un’evoluzione rapidamente ingravescente. I fatti della vita però possono essere altrettanto importanti in quanto la calvizie può essere scatenata e accelerata da qualsiasi condizione concomitante che provoca una aumentata caduta di capelli. E’ significativo il fatto che due gemelli identici possono presentare un grado di calvizie diverso. In un soggetto affetto da calvizie una aumentata caduta dei capelli provocherà infatti un peggioramento clinico in quanto dopo ogni episodio di caduta i capelli che ricrescono saranno, a causa della malattia, più sottili di quelli precedenti. Attenzione quindi curare la calvizie non significa solo effettuare trattamenti medici e chirurgici ma anche seguire tutta una serie di norme igieniche per prevenire il peggioramento clinico della malattia.
La gravità della malattia viene comunemente valutata utilizzando la scala di Hamilton nel maschio e la scala di Ludwig nella donna . La scala di Hamilton divide la calvizie in VII gradi di cui il grado I corrisponde alla normalità ed il VII alla calvizie grave. In genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.
Scala di Hamilton per la calvizie maschile
La scala di Ludwig divide la calvizie femminile in 3 gradi. Tutti e tre curabili con successo con la terapia medica.
Scala di Ludwig per la calvizie femminile
Nella calvizie non solo il nuovo capello è più sottile e quindi non copre più adeguatamente il cuoio capelluto, ma a volte tarda a ricrescere per cui il follicolo rimane, seppure temporaneamente, vuoto. Il fenomeno dei follicoli vuoti contribuisce ad aggravare il diradamento in quanto fa sì che nella zona affetta da calvizie vi sia seppure temporaneamente un numero ridotto di capelli. Nelle aree affette da calvizie i capelli sono ridotti di numero in quanto alcuni follicoli sono temporaneamente vuoti. Normalmente il follicolo non è mai vuoto in quanto produce un nuovo capello prima che il capello vecchio sia caduto. Nella calvizie invece la produzione del nuovo capello è ritardata, per cui il follicolo può rimanere vuoto per settimane o talvolta mesi Osservando ad alto ingrandimento, il cuoio capelluto di un soggetto affetto da calvizie, è possibile evidenziare piccole zone completamente prive di capelli che corrispondono ai follicoli vuoti; il fenomeno dei follicoli vuoti è generalmente più evidente nella calvizie femminile che non in quella maschile. Stimolando con lozioni o massaggi il cuoio capelluto è possibile stimolare i follicoli temporaneamente vuoti a produrre un nuovo pelo. Il trattamento medico della calvizie deve impedire agli ormoni androgeni di esercitare i loro effetti sul follicolo e nel contempo stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e più lunghi. E’ inoltre importante combattere le patologie infiammatorie che accelerano la progressione della malattia.
Trattamento dell’alopecia androgenetica
Ridurre o bloccare l’azione degli ormoni androgeni sul follicolo.
Questo obiettivo può essere raggiunto utilizzando farmaci che inibiscono la formazione del DHT o che impediscono agli androgeni di esercitare i loro effetti sulle cellule (inibitori recettoriali degli androgeni) inibitori della 5 alfa reduttasi.
- Finasteride 1 mg. La pillola per la calvizie. Questo trattamento è molto efficace nella calvizie maschile di grado lieve moderato dove blocca la progressione della malattia nel 99% dei casi e induce una “ricrescita”, in realtà si tratta dell’ispessimento dei capelli miniaturizzati, nel 65% dei casi. La pillola è molto ben tollerata; in rari casi però (circa 1 persona su 200) causa effetti collaterali di tipo sessuale. Di che cosa si tratta? Quasi sempre di una riduzione della libido, cioè del desiderio sessuale. Ovviamente è un effetto collaterale che risente molto di influssi psicologici ed il più delle volte è difficile stabilire se la causa del problema è il farmaco o qualcos’altro. Nei casi dovuti al farmaco, comunque, l’effetto collaterale sparisce in tutti i casi subito dopo la sospensione del farmaco. Nella metà dei casi sparisce spontaneamente anche senza sospendere la pillola.
- Fitosteroli Gli estratti di alcune piante sono da tempo utilizzati con successo nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna. Responsabili dell’azione antiandrogena di questi estratti vegetali sono i fitosteroli , composti naturali estratti dai semi, dalla corteccia, dal polline e dai frutti di numerosi vegetali. I fitosteroli hanno un meccanismo d’azione identico a quello della finasteride, infatti inibiscono l’enzima 5 alfa reduttasi e quindi inibiscono la produzione di DHT. Alcuni fitosteroli inibiscono anche la 5 alfa reduttasi di tipo 1 che regola principalmente la secrezione sebacea ed hanno quindi anche una attività seboregolatrice.
Inibitori recettoriali degli androgeni
I più noti sono il ciproterone acetato (contenuto ad esempio nella pillola anticoncezionale Diane) la flutamide, lo spironolattone. Questi farmaci possono essere utilizzati solo nella donna in quanto, bloccando completamente l’attività degli androgeni sulle cellule, riducono sempre, in modo più o meno evidente, la virilità maschile. L’uso di questi farmaci nel maschio, anche sotto forma di lozioni, è pertanto pericoloso. Nella donna questi farmaci debbono essere sempre associati ad una terapia contraccettiva, in quanto possono causare malformazioni nel feto.
Indurre i follicoli in riposo a produrre un nuovo pelo e prolungare la fase di crescita dei follicoli già in attività.
Questo obiettivo può essere raggiunto utilizzando farmaci che inducono l’anagen: (fase di crescita del follicolo pilifero, durante la quale viene prodotto il capello)
Il Minoxidil
Il minoxidil in lozione è in commercio da 12 anni ma non per questo è un trattamento sorpassato o poco efficace. Il farmaco stimola la crescita dei follicoli con un meccanismo d’azione ancora sconosciuto ma comunque non legato alle sue proprietà vasodilatatorie. Il minoxidil va applicato regolarmente tutti i giorni, 2 volte al giorno. E’ assolutamente sbagliato effettuare delle sospensioni anche brevi in quanto, non appena si interrompe il trattamento, gli effetti del farmaco svaniscono ed i capelli riprendono a cadere. Il minoxidil è un principio attivo delicato, che si inattiva facilmente se introdotto in lozioni artigianali che contengono altri principi attivi. Non si dovrebbe mai quindi associare il minoxidil ad altri preparati anticaduta nella stessa lozione; si rischia in questo modo di non avere alcun effetto benefico.
Il minoxidil è utile sia nel maschio, dove è opportuno usare la concentrazione del 5%, perché più efficace, che nella donna. Nel maschio con calvizie grave può essere utile associare alla terapia orale con finasteride 1 mg una terapia locale con minoxidil 5% al fine di ottenere i migliori risultati possibili. L’effetto dei due farmaci è infatti sinergico anche se non vi sono ancora studi che permettono di stabilire l’entità dei vantaggi dell’associazione rispetto al trattamento singolo. La calvizie è una condizione “parafisiologica” che può essere curata ma non guarita per sempre. Qualsiasi cura della calvizie deve essere continuata nel tempo per essere efficace.
Trapianto di capelli
Il trapianto di capelli è storicamente il primo trattamento efficace che il medico ha avuto a disposizione per curare la calvizie. Attenti invece ad altre tecniche come il trapianto di capelli artificiali che invece non solo non sono utili ma possono provocare gravi danni. Le tecniche di autotrapianto si sono perfezionate nel corso degli anni ed oggi è possibile ottenere risultati estetici eccellenti utilizzando le tecniche dei mini e dei microinnesti. Il risultato estetico del trapianto dipende molto dall’abilità dell’operatore ed è quindi importante rivolgersi a chirurghi ben noti ed esperti nella tecnica. L’autotrapianto consiste nel prelevare follicoli dalla regione occipitale del cuoio capelluto e trapiantarli nella regione frontale o del vertice interessate dalla calvizie. I follicoli della regione occipitale non sono sensibili agli effetti negativi degli ormoni androgeni e continuano a produrre capelli spessi e lunghi anche in età avanzata. Una volta trapiantati nella zona calva i capelli trapiantati non si assottigliano e si comportano come i capelli normali che si rinnovano periodicamente. Nel corso di una seduta possono essere trapiantati dai 500 ai 3000 capelli. Ciascun microtrapianto è composto da 1 a 4 capelli.L’intervento, che viene effettuato in anestesia locale, ha una durata dalle 2 alle 4 ore a seconda del numero dei capelli che vengono trapiantati. I follicoli trapiantati mantengono la loro attività ciclica e quindi alternano periodi di attività in cui producono il capello a periodi di riposo. Subito dopo il trapianto i follicoli trapiantati vanno in riposo a causa dello “stress” dovuto all’intervento chirurgico. I capelli trapiantati cadono quindi circa 2-3 mesi dopo il trapianto quando i follicoli riprendono l’attività e producono capelli nuovi. I risultati del trapianto sono ottimali circa 6 mesi – 1 anno dopo l’intervento. Il trapianto di capelli non sostituisce comunque la terapia medica in quanto anche se i capelli trapiantati non si modificano negli anni, la calvizie può continuare a peggiorare a livello dei capelli “ originali” che erano presenti prima del trapianto: se questi si riducono la calvizie peggiora anche se il trapianto è ben riuscito.